Questo male si chiama italiano

Aveva la tosse da un mese Era spesso stanco e affannato Ma faceva di tutto per non pensarci A lavoro le solite storie, a casa non era a casa Le giornate come francobolli gli promettevano poco di nuovo, poco buono Un po' come una vacanza sempre nello stesso posto, vivere dentro un bug Da un po' di tempo, prima di dormire ripercorreva il passato Una vita intera tutta dedicata al lavoro Aveva preso il diploma a quasi trent'anni Solo a pensarci, si vergognava tremendamente Ma quello era un mondo di grandi, che zampettavano come cicale In un paese affamato di necessità e auto-determinazione Non come quel collega vent'anni più giovane di lui Che ogni mattina dopo aver accompagnato i figli a scuola, con insopportabile arroganza diceva Glie dovrei imparà come se fanno i sordi pe davero, che tanto oggi con na laurea finisci dentro an call center Per sfuggire a quelle parole, così vuote e prive di coscienza, si sporgeva dalla finestra dell'ufficio e fumava con rabbia Questo pensiero aveva inquinato anche i ricordi, nidificando come un ragno nella sua testa Perché lui a sedici anni vedeva i suoi coetanei andare a scuola pensava Tutti hanno diritto di scegliere Due settimane dopo, si fece coraggio ed andò dal dottore Mentre esaminava le lastre il medico aveva lo sguardo preoccupato Quel pomeriggio, in quello studio, le parole che non avrebbe mai voluto sentire Questo male si chiama italiano, ma una cura ad oggi ancora non c'è