Il ghiro

In un bosco affollato di animali felici C'erano alci, civette, castori e pernici E vivevano insieme in rifugi di faggi bonsai Sotto l'ombra di piante di tè e melagrana C'era un ghiro nel caldo di una piccola tana Non riusciva a svegliarsi e da lì non usciva mai E dormiva, dormiva, per giorni di fila E perdeva le albe, i tramonti, i Dicembri e i Gennai Col passare del tempo sulla tana del ghiro Fece un nido di rami il più bel cardellino Che fu visto nel bosco in cent'anni o forse anche di più Gli animali avvisava con dolci canzoni L'orario di cena per talpe e procioni E anche quello di andare a dormire ai tassi e agli emù E cantava la sera ed all'alba la sveglia Annunciava il ritorno del sole col becco all'insù Era l'unico modo che riuscì a funzionare Per il giovane ghiro che lo amava ascoltare Nell'andare a dormire si metteva a pensare Che mai fu così bello riuscirsi a svegliare E ascoltar la sua voce anche solo mezz'ora Gli diceva "dai un'altra, e poi un'altra ancora Io non so proprio come farei se non ci fossi tu" E cantava la sera ed all'alba la sveglia Io non so proprio come farei se non ci fossi tu Ma talvolta le cose più belle del mondo Se ne devono andare, gli ci vuole un secondo E così il cardellino senza dare preavviso Con le lacrime agli occhi che scendevan sul viso Mentre il ghiro dormiva disse "io devo andare Sta arrivando l'inverno, son costretto a migrare In dei posti più caldi, in dei posti lontani Dormi bene mio ghiro, presto sarà domani E il mio canto a svegliarti purtroppo non ci sarà più Io ti penserò sempre volando nei cieli e nel blu Io non so proprio come farei se non ci fossi tu E tu ce la farai anche se io non ci sarò più"