Parla Col Morto

C'è Chi dice che fosse un povero pazzo Che per provare al mondo di avere Le ali Saltò giù nel vuoto Credono che, come lui, io sia pazzo Perché parlare con uno che è morto Non è normale E non importa quando lo fai E non importa come lo fai Tu prova a confidarti Non ti deluderà Su, parla col morto Era una calda notte d'estate La mente viaggiava Il corpo seguiva Dubbi, domande, dolori strazianti Condussero le membra ad un ruscello lontano Quand'ecco Che all'ombra di un oscuro cespuglio intravidi una figura Inerme, immobile Un poco spaventato, ma altrettanto incuriosito Scostai le buie frasche E lanciai un acuto grido Poi Mi venne in mente un'idea assai malsana I vivi non m'ascoltavano, ero Da solo Abbandonato dal mondo Chi dice che il corpo morto di un pazzo Non possa più consigliare un reietto Ed ascoltare? Il suo braccio ebbe un fremito e poi sussultò Il suo capo si chinò e dopo un po' si rialzò Mi sentiva Mi rispondeva E forse, forse mi capiva E non importa quando lo fai E non importa come lo fai Tu prova a confidarti Non ti deluderà Su, parla col morto E non importa come lo fai E non importa dove lo fai Tu prova a confidarti Non ti deluderà Su, parla col morto Dopo ore di discussioni Vòlli osare stringergli la mano L'arto si spezzò e dalle membra Uscì un'intera legione di vermi Non capiva Non ascoltava Ero solo e lo sarei sempre stato E così Anche l'ultimo spiraglio di luce se ne andò D'altronde, si sa A volte è più facile ricevere messaggi inesistenti Piuttosto Che accettare realtà ben più evidenti