Sonno Paradosso

Guardami e mi chiudo A saldatura stagna Quel giardino curato È soltanto una boscaglia Di fronte alle nebbie Puoi sedere a una tavola Ungere le lame Col sangue della mandragora Taglio le cortine Sento puzza di ruggine Entro dalle turbine E non esco più dal turbine Queste medicine Pensi ti facciano fungere? Non guardo più il mondo Mi appare così lugubre Vedo solo le tenebre Non c'è nessuna stele Piantata nella cenere Che mi indica le stelle Solo la sabbia rovente Che mi divora la pelle Ci piacciono le celle Con dentro le fotocellule Fotocamere interne Osservano l'interno La calma non mi concerne Scrivilo sul referto Cambiano tutti in un attimo Ma non cambia l'aspetto Sentirò l'ultimo battito Diventerà un frammento Escono gli incubi Dal sonno paradosso Tanti piccoli microbi Hanno l'ombra di un colosso Una miriade di simboli Che svegliano un demonio Sogni sempre più vividi La realtà molto poco Escono gli incubi Dal sonno paradosso Tanti piccoli microbi Hanno l'ombra di un colosso Una miriade di simboli Che svegliano un demonio Sogni sempre più vividi La realtà molto poco Dicono che curano Ma non c'è una cura Il buio non si oscura È la mente che oscurano La paura si incute Ora tutti la incubano Tra martello ed incudine Vite che si frantumano Sbircio dalle fratture Nel marmo di un sarcofago Intrusi nell'encefalo Entrano dall'esofago Non esco più dal dedalo Nella terra ci affogo Quando il corpo è decrepito Si avvicinerà un corvo E non ho niente di eutimico Sale e poi scende Allo specchio che mimico Ciò che vorrei essere Non siamo diversi Siamo disomogenei Eppure collegati In profondi ipogei Escono gli incubi Dal sonno paradosso Tanti piccoli microbi Hanno l'ombra di un colosso Una miriade di simboli Che svegliano un demonio Sogni sempre più vividi La realtà molto poco Escono gli incubi Dal sonno paradosso Tanti piccoli microbi Hanno l'ombra di un colosso Una miriade di simboli Che svegliano un demonio Sogni sempre più vividi La realtà molto poco